Il porto di Chioggia | Notizie ed eventi | Rivista Ufficiale | Seariver 2000 | Articolo 10


di Carlo Alberto Tesserin
Presidente Prima Commissione Consiliare Permanente - Regione Veneto


  Le occasioni per lavorare per il porto di Chioggia di certo non sono mancate in una carriera di consigliere regionale che va ormai per gli undici anni. Al terzo mandato Carlo Alberto Tesserin è approdato alla presidenza della prima commissione, che filtra si tutte le questioni affrontate poi in Consiglio, ma lo fa da una prospettiva che non è certo quella dei problemi spiccioli. Ma anche da questa particolare “specola” Tesserin non ha smesso di pensare al porto. “Si tratta di una delle chiavi della nostra economia-dice quasi parlando tra sé. Al porto si lega la possibilità che Chioggia potrà avere di collegarsi finalmente alla rete del trasporto regionale e nazionale”. Quasi sul filo dei ricordi Tesserin recupera uno dei momenti più esaltanti della precedente tornata regionale. “Il lavoro fatto insieme con i consiglieri Rossi e Varisco – dice che ha portato a grossi risultati. Parlo del disegno di legge per una tratta ferroviaria che deve unire Chioggia a Padova mettendo in sinergia due realtà economiche destinate, a mio avviso, ad integrarsi”. A che punto è quel progetto? “Passi avanti ce ne sono stati. Intanto un convegno organizzato a Legnaro, un convegno che si vuole riproporre per fare ora il punto della situazione. E poi dei progetti. Uno già definito per la tratta da Padova a Piove di Sacco e Chioggia”. Tra i progetti ed i binari della ferrovia ci sono di mezzo qualcosa come 400 miliardi. Non si tratta di roba da poco. Ma non soni i finanziamenti l’ostacolo più grosso. Quando c’è la convinzione che l’opera serva, quando si è sicuri che può risolvere problemi altrimenti irrisolvibili, si arriva comunque alla soluzione.
  Il porto di Chioggia e la sua collocazione, finalmente, in Val da Rio.C’è ora , e fino a qualche anno fa non c’era ancora nulla, solo acqua e barena, il complesso delle banchine, dei magazzini, dei piazzali. C’è anche il Centro dei servizi portuali. Fin qui ne è stato realizzato un primo stralcio funzionale. In pratica la metà de progetto. “Mi risulta che l’Aspo – sottolinea Tesserin si sta muovendo bene per mettere insieme i finanziamenti anche per il secondo stralcio. La Regione probabilmente con la manovra di assestamento di bilancio potrà fare qualcosa di utile”.
  Dalla Regione il porto di Chioggia aspetta anche dell’altro. L’area portuale è stata mantenuta all’intero dell’Obiettivo 2. Nei prossimi mesi con la definizione dello strumento per l’assegnazione dei fondi ci si muoverà per la presentazione dei progetti. L’Aspo ne ha di pronti. Pensa al recupero dell’area attualmente occupata dalla vecchia discarica dei rifiuti- altre banchine, piazzali, un prolungamento della ferrovia- ma pensa anche ad estendere l’area di competenza verso Val da Rio sud. “L’evoluzione che caratterizza il settore dei trasporti costringe a cercare di prevenirne gli effetti – dice Tesserin- per non trovarsi spiazzati. Nel giro di pochi anni è letteralmente cambiata la filosofia che sta alla base della programmazione dei porti. Prima si pensava a banchine sempre più grandi. Ora invece sono gli spazi che stanno alle spalle delle banchine, le aree di stoccaggio quelle che vengono richieste dagli operatori. Il porto di Chioggia ha la possibilità, visto che si sta riprogrammando, di tener conto di tutto questo”.
  Un porto che sta rinnovandosi, in pratica nascendo proprio in questi anni, ha bisogno dell’attenzione degli imprenditori. “In questo campo non ci sono formule magiche. Gli imprenditori –sostiene Tesserin- vanno dove c’è la convenienza. Trattandosi di un porto, l’unica carta da giocare è quella dei servizi e delle tariffe.
  Offrendo quello che danno gli altri, meglio se si riesce a dare di più, bisogna riuscire a farlo pagare di meno. Da questo punto di vista debbo dire che ho grande fiducia. Se a Chioggia si è riusciti a mantenere in vita un porto quando mancavano alcuni dei presupposti essenziali, la ferrovia tra questi, ci riusciremo anche ora che siamo un porto vero”.
  Tesserin ha un altro ricordo cui è particolarmente attaccato. Il giorno, era il marzo di tre anni fa, quando a Chioggia è stato sottoscritto il protocollo per il riparto dei fondi per l’idrovia.
  Al Veneto, da destinare a Chioggia, sono stati destinati allora 90 miliardi. Da allora l’attenzione al Po è andata via via aumentando. Il progetto per adeguare a standard europeo il tratto che da Brondolo arriva al Po è già stato affidato.
  Contemporaneamente l’ipotesi di una Romea commerciale sta acquistando spessore di progetto. Il tessuto sfilacciato al cui centro si trovava Chioggia, del tutto isolata, sta assumendo le caratteristiche di una maglia i cui nodi sono altri porti, interporti, centri di produzione. L’avventura di Val da Rio partita una decina di anni fa entra ora in una fase davvero esaltante.