Il porto di Chioggia | Notizie ed eventi | Rivista Ufficiale | Seariver 2000 | Articolo 13


di Antonello Zara
Commissario Pubblica Sicurezza - Chioggia


  Il Ministero dell’Interno, con Decreto Ministeriale 2 agosto 1977, nel corso di una riorganizzazione organica dei servizi di polizia di frontiera, attribuì al Commissariato di P.S. di Chioggia questa particolare specialità in relazione al traffico marittimo del locale porto commerciale.
  In quel periodo il porto era limitato solamente alle banchine dell’isola Saloni, compresa la banchina del cemento del canale Lombardo interno, ed i controlli di frontiera, a causa della mancanza di personale preposto, venivano effettuati negli uffici del Commissariato, ove le agenzie marittime facevano pervenire i crew list ed i passaporti marittimi necessari per il rilascio dei permessi di visita città. Sempre in Commissariato veniva espletata ogni altra pratica , tra cui gli sbarchi e gli imbarchi dei marittimi, compresa l’apposizione del visto sul passaporto in caso di rimpatrio. Il controllo delle navi in porto avveniva invece raramente e solamente in occasione del verificarsi di particolari circostanza.
  A distanza di vent’anni dal riconoscimento ministeriale, in vista dell’ingresso dell’Italia nel sistema Schengen, è stato istituito nell’ambito del Commissariato dal mese di marzo 1997 un ufficio di polizia di frontiera ove presta attualmente servizio personale specializzato nella materia. Il recente rapido sviluppo delle infrastrutture portuali ha favorito ulteriormente la nuova specialità di polizia, la quale grazie alla collaborazione con l’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, ha avuto l’opportunità di poter usufruire di un nuovo ufficio distaccato, ubicato al piano terra della nuova struttura recentemente costruita in Val da Rio, dove hanno sede la maggior parte delle agenzie marittime e dove in un prossimo futuro troveranno spazio anche altre istituzioni quali la Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza.
  Questa innovazione ha portato una costante e quotidiana presenza della polizia di frontiera nella realtà portuale, contribuendo a migliorare significativamente i rapporti con le agenzie marittime raccomandatarie, le quali ora si avvalgono del nuovo ufficio quale punto di riferimento per la risoluzione dei problemi amministrativi legati alla presenza dei marittimi stranieri.
  L’apertura dell’ufficio distaccato di Val da Rio, è al momento garantita prevalentemente nella fascia oraria mattutina dal lunedì al sabato, ed un ulteriore ampliamento sarà effettuato in futuro allorquando verrà inviato il previsto personale di rinforzo.
  Le principali competenze amministrative dell’ufficio sono le seguenti:

  • controllo delle navi in arrivo al porto;
  • controllo dei marittimi stranieri – controllo passaporti;
  • controllo degli automezzi in uscita dal territorio nazionale;
  • rilascio dei permessi di visita città (shore pass);
  • rilascio dei visti Shengen per transito o breve ingresso;
  • pratiche di sbarco e imbarco di marittimi stranieri;
  • vidimazione delle tessere di accesso in porto.
  In seguito ad una migliore organizzazione dell’ufficio, già da molto tempo la verifica dei passaporti dei marittimi avviene direttamente a bordo delle navi.
  Questa modalità è stata resa possibile grazie all’ausilio di apparecchiature tecnicamente più sofisticate in quanto tutti i nominativi degli stranieri vengono ora inseriti in un terminale palmare collegato via modem che permette di affettuare i previsti controlli di polizia in tempo reale e di poter quindi rilasciare immediatamente sul posto i permessi di visita città ai marittimi in possesso dei requisiti.
  L’attività dell’ufficio è stata particolarmente intensa nel periodo in cui venivano effettuati i collegamenti marittimi con la Grecia, relativamente al trasporto di autotreni e rimorchi. L’approdo dei traghetti poteva costituire una situazione ideale tale da favorire l’ingresso illegale di clandestini nel nostro paese. Grazie agli assidui ed accurati controlli effettuati all’interno dei traghetti ed anche sui mezzi in entrata, il fenomeno dell’immigrazione clandestina è stato costantemente tenuto sotto controllo. Infatti alcuni clandestini erano stati rintracciati e poi immediatamente respinti nel corso dei primi viaggi effettuati dai traghetti. La normativa di riferimento per i controlli di frontiera, era inizialmente costituita dal testo unico delle leggi di P.S., essendo il fenomeno dell’immigrazione inserito prevalentemente sotto l’aspetto della tutela dell’ordine pubblico. Successivamente, anche in vista dell’adesione dell’Italia all’accordo di Shengen, la normativa venne aggiornata con l’approvazione della legge 39/1990, cosiddetta legge Martelli, rivedendo la legge sull’asilo politico e modificando in senso restrittivo l’ingresso ed il soggiorno degli stranieri. Dal 26 ottobre 1997, l’Italia è entrata a far parte del sistema Shengen, il quale prevede la soppressione dei controlli alle frontiere dei paesi aderenti all’accordo e la libera circolazione delle persone e delle merci, nonché l’istituzione di un sistema informativo comune (S.I.S.). E’ in tale contesto che la realtà del Porto di Chioggia è stata investita di un ruolo molto importante in considerazione della liberalizzazione dei transiti attraverso le frontiere “interne” degli Stati membri aderenti all’accordo di Shengen. Il Porto di Chioggia (ormai con dimensioni internazionali) e la Polizia di Frontiera si forniscono costantemente assistenza ed operano in stretta e continua collaborazione per uno scambio di informazioni sui flussi migratori finalizzato ad un efficace controllo delle frontiere. Nel 1998 è stata approvata l’ultima legge sull’immigrazione, poi inserita nel Decreto Legislativo 286/1998, la quale costituisce tuttora la normativa di riferimento per l’attività di frontiera.
  Pertanto in ultima analisi, possiamo rivelare che lo sviluppo della polizia di frontiera in questo porto è in gran parte correlato all’evoluzione della normativa di riferimento, in quanto la nascita stessa della specialità coincide con il periodo in cui l’Italia è entrata nel sistema dei paesi Shengen. Questa innovazione ha determinato una svolta, in maniera particolare sotto l’aspetto pratico, in quanto i controlli alle frontiere esterne sono stati significativamente rinforzati e resi più ampi ed efficienti anche con l’ausilio di moderne tecnologie.