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di Marino Grimani
Presidente della Camera di Commercio di Venezia


  Un’economia in forte ripresa che sta recuperando posizioni su posizioni rispetto a quelle di Verona, Vicenza, Padova e Treviso. E’ un quadro confortante e incoraggiante per il futuro quello che ha tracciato il presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Venezia, il dottor Marino Grimani, il 26 gennaio nel corso del consueto incontro per stilare un bilancio dell’andamento economico della provincia nell’anno appena concluso. “Nell’ambito di un Veneto che rallenta leggermente il suo sviluppo economico - ma da posizioni di eccellenza è più difficile “fare percentuale” -, la provincia di Venezia nel 2000 ha fatto registrare i segnali più positivi attenuando sensibilmente il gap con Verona, Vicenza, Padova e Treviso” ha esordito Grimani, che quindi ha fornito i primi dati ufficiali.
  Significativo innanzitutto il risveglio dell’import-export. “Nei mesi che vanno da gennaio a settembre (per l’ultimo trimestre le stime erano ancora in elaborazione, ndr) nel Veneziano le importazioni sono balzate dal valore di 3 mila 924 miliardi di lire dello stesso periodo di riferimento del 1999 a 6 mila 134, con un incremento del 56.3 per cento, il più consistente della regione: il Veneto si è “fermato” a più 22.6 per cento” ha proseguito il presidente, che ha citato il ruolo importante svolto in tal senso dal porto, attraverso il quale arrivano merci destinate anche ad altre province. Un esempio è dato dalla voce “prodotti minerari e cave” (marmi, silicio per le produzioni vetraie, carbone, etc.), che hanno fatto segnare un aumento del 115 per cento. “Ma, analogamente, nei primi nove mesi nella nostra provincia si sono anche esportati prodotti per 6 mila 668 miliardi di lire, contro i 4 mila 928 fatti registrare nei primi tre trimestri del 1999, con un saldo attivo della bilancia commerciale di 534 miliardi e per un più 35.3 per cento, contro un incremento medio regionale del 16 per cento” ha precisato Grimani, che ha sottolineato le performance (2280 miliardi, più 78.9 per cento) della categoria “altri mezzi di trasporto”: si tratta dei cantieri navali con le grandi navi da crociera e delle officine aeronavali. Ma è stato ricordato anche il settore sempre strategico dei prodotti petroliferi raffinati, più 50 per cento.
  Passando all’andamento “anagrafico” delle imprese in provincia, sempre confrontando il periodo Gennaio-Settembre, sulla scorta delle cifre fornite da Archivio Movimprese di InfoCamere, “risulta lievemente in calo il numero delle imprese attive, da 71 mila 407 nel 1999 a 71 mila 150 nel 2000 – ha illustrato il presidente -, ma nel totale non sono però comprese le unità locali, cioè quelle imprese con sede amministrativa fuori provincia ma che svolgono attività nel territorio provinciale o quelle che contano più esercizi nel Veneziano”. La leggera flessione è tuttavia dovuta essenzialmente alle ditte individuali, che passano dalle 49 mila 818 del ’99 alle 48 mila 799 del 2000, ha puntualizzato, “perché aumentano sia le società di persone, da 14 mila 897 a 15 mila 151, sia quelle di capitali, da 5 mila 659 a 6 mila e 93. Questo a testimonianza dell’orientamento degli operatori verso una strutturazione migliore. La lenta ma costante diminuzione delle ditte individuali e la crescita delle società indica la maturità del mondo imprenditoriale veneziano che, anche a fronte di una situazione congiunturale tiepida, si ristruttura e mostra fiducia nel futuro”. Scendendo nel dettaglio, diminuiscono le aziende agricole (- 6.4%) e accusa una leggera flessione il commercio, mentre crescono quelle dedite alla pesca (+ 8.4%), le imprese di costruzioni, il settore creditizio e assicurazioni, quello dei servizi alle imprese e il turismo, che può vantare 17 imprese in più. “Il calo di ditte individuali in agricoltura – ha commentato Grimani – va spiegato da un lato con l’abbandono per limiti di età di titolari di piccole imprese, dall’altro con la concentrazione di più appezzamenti o l’uso del territorio per insediamenti abitativi o produttivi. L’aumento delle imprese edili invece può significare una maggior vitalità delle ditte individuali e delle piccole società più adatte ai lavori di restauro immobiliare, in espansione. In generale si conferma comunque il trend di moderata crescita, che denota un discreto stato di salute dell’economia provinciale”. Ma Grimani ha anche tracciato un consuntivo dell’attività della Camera di Commercio per il 2000. “In particolare quello passato è stato un anno molto intenso sul versante istituzionale essendo stato caratterizzato dal ricambio dello staff dirigenziale, dalla nomina della Giunta allargata a dieci componenti, dall’approvazione dello Statuto e dei regolamenti, dall’adozione dei provvedimenti di semplificazione e dall’avvio delle procedure di informatizzazione e della conciliazione – ha detto - Ma anche nel campo promozionale la Camera di Commercio è stata particolarmente attiva, specie nel supporto ai consorzi fidi, nelle manifestazioni-estero per l’export, nella partecipazione all’Interporto e nella costituzione della nuova azienda speciale Venezi@opportunità, che si occupa della promozione delle imprese veneziane nei mercati”. Infine le sfide per il 2001. “Per quest’anno le sfide principali saranno, sul fronte interno, i lavori nella nuova sede di Mestre, l’incremento della presenza decentrata e la definitiva adozione delle procedure informatizzate – ha concluso - Nell’ambito promozionale, la promozione di interventi per le infrastrutture, la conclusione degli investimenti per i lotti programmati Aspo (Azienda Speciale per il Porto di Chioggia), il commercio elettronico, lo sviluppo di Venezi@opportunità, la partecipazione a vari protocolli, qualità e tecnologia.