Il porto di Chioggia | Notizie ed eventi | Rivista Ufficiale | Seariver 2000 | Articolo 9


di Tresilio Tomassetti
Direttore Bacino Area Nord Est - Divisione Cargo - Trenitalia SpA


  Ci sono dei momenti in cui anche i tecnici abbassano la guardia. Le loro difese fatte di calcoli, numeri, considerazioni cedono il passo. Per un attimo, ma è quanto basta, la fa da padrone il sentimento. Non sfugge a questa prassi un tecnico di vaglia qual è il dott. Tresilio Tomassetti, Direttore del Bacino Area Nord Est delle Ferrovie e responsabile della Divisione Cargo e di Trenitalia SpA, cui l’A.S.PO. assegna quest’anno il Barbotin d’Oro, espressione della massima riconoscenza per chi s’è adoperato per lo sviluppo del Porto di Chioggia. “In riconoscimento che accetto volentieri – precisa Tomassetti – perché vedo premiato l’impegno delle Ferrovie in un’area come Chioggia.
  Impegno che ad un certo punto è sembrato vanificato da scelte che l’Amministrazione Comunale in carica prima dell’attuale aveva enunciato a proposito di Val da Rio, dove non intendeva realizzare il porto commerciale”. Val da Rio risultava al contrario, l’unica area collegabile alla ferrovia. “Finchè ci hanno proposto la stazione portuale dei Saloni, anche se a malincuore – ricorda Tomassetti – abbiamo dovuto dire di no. Non c’erano i presupposti fisici per il collegamento. Cambiate le scelte comunali, noi abbiamo spinto molto per la ferrovia arrivando anche a finanziarne in parte la realizzazione. Questo perché credevamo e crediamo nel binomio Ferrovia – Porto e perché il nuovo servizio avrebbe aiutato, come si sta puntualmente verificando, non solo la stazione portuale ma l’intera Città di Chioggia”. I primi risultati della gestione di cui si occupa la Divisione Cargo sono incoraggianti. “Bisogna partire, per valutare, dall’attuale situazione di Val da Rio – suggerisce Tomassetti - . Il Porto non è completo. Le banchine non sono ancora del tutto sufficienti. Il collegamento all’interno dell’area portuale va perfezionato. Il dato di fatto impone ancora limiti e difficoltà alla formazione dei treni. Si procede, per così, dire a rate. Vengono caricati o scaricati a seconda dei casi, dieci vagoni alla volta. Di più nopn si può. Il treno in pratica finisce per formarsi a Rovigo. Di qui viene poi immesso nelle linee principali.” Non è distante il tempo in cui un treno intero entrerà in porto per caricare o scaricare. Poi uscirà per immettersi dopo un’ora o poco più nelle linee principali e raggiungere la meta cui è destinato.
  Dal primo carico di vergelle, effettuato l’anno scorso, di ruote sopra i binari ne sono passate parecchie.
  “l’anno scorso – sitetizza Tomassetti – abbiamo lavorato 51.000 tonnellate di merce. In genere prodotto siderurgico o prodotto massivo che si addice come nessun altro al trasporto su ferro”.
  La fase d’avvio, delicata, è stata ampiamente prevista. Lo scorso gennaio, per esempio situazioni contingenti hanno limitato a solo 2000 tonnellate le merci movimentate dalla Ferrovia. “Ma, a regime – prevede Tomassetti – la Ferrovia smaltirà dal 30 al 40% delle merci movimentate dal Porto. Arriveremo a 500.000 tonnellate. Che non sono moltissime, ma per il porto di Chioggia possono rappresentare un rispettabile inizio. Insomma da due a tre treni il giorno”.
  Il prossimo traguardo, che non è poi tanto distante, è un accordo con le Ferrovie venete in modo da consentire un paio di corse al giorno da Chioggia a Mestre- Marghera alle merci. Lo si fa già per il trasporto passeggeri che,d’inverno so-prattutto, preferiscono un viaggio che dura una ventina di minuti in piùr rispetto al percorso della Romea, ma che si ef-fettua, con ogni tempo, in condizioni di completa sicurezza. “La ferrovia offre anche questo vantaggio –conviene Tomassetti”. Il trasporto su ferro sta alleggerendo strade, qui si parla della Romea, da un traffico risultato da tempo ormai insostenibile. Questo è un vantaggio che riguarda la collettività. Per gli imprenditori la ferrovia offre ben altro: condizioni che altrimenti sono introvabili. Parlo di costi assolutamente competitivi. Competitivi stanno diventando anche i tempi via via che la ferrovia completa il proprio parco mezzi e rivolge al settore delle merci un’attenzione che in passato non è quella possibile ora”. I motivi della “partecipazione” di Tomassetti, una “partecipazione” anche sentimentale agli avvenimenti che da qualche anno contrassegnano la storia di Chioggia e della sua portualità sono evidenti e giustificati. A buon diritto Tresilio Tomassetti sente di aver giocato un ruolo di fondamentale importanza nel determinare una delle funzioni essenziali dell’economia di Chioggia, quella del suo porto che ha vissuto un ventennio eroico senza ferrovia ma che, se non l’avesse finalmente acquisita com’è stato, non avrebbe tirato avanti neppure per altri venti mesi.
  Bravo il medico che indovina la diagnosi, ma indispensabile anche chi, resosi conto della gravità della situazione, arriva portando all’ammalato grave una bombola d’ossigeno.